Come facilitare il processo di socializzazione organizzativa                                                                                del personale sanitario neo inserito nelle carceri dell’Emilia Romagna

 

Nelle scorse settimane è terminato il percorso formativo che abbiamo svolto con i professionisti sanitari che operano nelle carceri dell’Emilia Romagna. L’obiettivo è stato quello di creare un percorso di onboarding condiviso che facilitasse l’inserimento al lavoro dei professionisti sanitari in un contesto complesso come quello del carcere.

L’inserimento in nuovo ambito lavorativo è un’esperienza che può creare difficoltà al professionista neoinserito che si trova a dover fronteggiare richieste che solo in parte può padroneggiare e gestire e che vanno al di là della sola esecuzione del compito tecnico professionale. Si tratta di gestire un processo di cambiamento e di apprendimento attraverso il quale, oltre a cogliere gli aspetti specifici della professionalità e della competenza richiesta dal contesto, il professionista deve perfezionare la sua rappresentazione dell’organizzazione, deve analizzare e confrontarsi con le regole e le norme in uso e deve inoltre rielaborare la rappresentazione e l’immagine che ha di sé integrandola con i nuovi elementi prodotti dalla nuova situazione. Risulta evidente come questo processo sia complesso e oneroso, in particolare nel contesto penitenziario, con le sue specificità, prassi e procedure; setting normalmente poco conosciuto ed estraneo ai normali percorsi formativi, la cui conoscenza è spesso veicolata dalle informazioni sensazionalistiche dei media.

Per rispondere a tale esigenza e favorire un orientamento professionale competente alla cura in carcere, la Regione Emilia Romagna ha promosso un percorso formativo centrato sull’approfondimento delle conoscenze e competenze necessarie alla realizzazione di un importante obiettivo organizzativo: la socializzazione organizzativa del personale neo inserito in carcere, un percorso strutturato di supporto all’ingresso lavorativo nel setting sanitario del carcere, comune a tutte le realtà carcerarie della Regione. Infatti la socializzazione organizzativa, intesa quale “insieme dei processi psicologici e sociali attraverso i quali l’individuo può sviluppare le abilità per agire adeguatamente in un nuovo contesto organizzativo e contestualmente può sviluppare le abilità necessarie per collocarsi nel nuovo ambiente lavorativo”, se gestita con un percorso progettato e formalizzato può rappresentare un vero e proprio fattore di qualità della cura e del prendersi cura dei professionisti che si apprestano ad operare in un  setting complesso.

Il programma formativo è stato strutturato in step (rivolti sia ai diversi ruoli manageriali, che ai molti operatori individuati in qualità di tutor) riuscendo a conseguire i seguenti obiettivi:

  • Facilitare l’integrazione dei nuovi assunti nella struttura aziendale
  • Promuovere il senso di appartenenza
  • Uniformare il livello di conoscenza dei linguaggi e della filosofia del servizio salute in carcere
  • Favorire il processo di apprendimento e condivisione delle pratiche professionali
  • Contribuire a raccogliere, sistematizzare e gestire la conoscenza del sistema tutela salute nelle carceri
  • Abbattere i costi ed i tempi della formazione all’inserimento

ed a strutturare un percorso di onboarding che potesse coniugare i bisogni del neofita e quelli dell’organizzazione attraverso ruoli dedicati, colloqui orientativi e di accoglienza, strumenti di supporto per il professionista e la definizione di un piano di apprendimento e di sviluppo delle competenze.

I Responsabili di Programma, si sono confrontati sulle principali procedure cliniche e organizzative, in modo da garantire al personale neo inserito un orientamento coerente ai comportamenti attesi, standardizzare i comportamenti corretti e ridurre il disorientamento dovuto ai modelli comportamentali differenti presenti nelle diverse realtà. Il confronto ha portato a definire un set di procedure minime indispensabili alla governance clinica e organizzativa nelle diverse sedi.

I Referenti Medici ed i Coordinatori infermieristici hanno invece approfondito l’importanza di un percorso pianificato ed organizzato di socializzazione organizzativa, i processi chiave del percorso di onboarding ed induction e la definizione del piano di apprendimento rispettivamente di medici e infermieri.

Inoltre, dopo aver condiviso con il management i criteri per la nomina dei tutor, si è proceduto alla formazione dei tutor medici e infermieristici con particolare riferimento all’orientamento al ruolo chiave del tutor, alla consapevolezza sui processi di apprendimento dell’adulto

Si sono messi a punto strumenti metodologici di supporto sia per il tutor: il vademecum della socializzazione organizzativa, che per il neoinserito, al quale viene consegnato un welcome kit

Un insieme di informazioni, strumenti operativi e percorsi di supporto che hanno come finalità quella di facilitare il percorso di ingresso del personale neoinserito curando lo sviluppo di orientamenti culturali corretti e delle competenze specifiche del setting.

Operare in carcere richiede al neo inserito, oltre ai normali compiti professionali, anche la consapevolezza circa le proprie rappresentazioni del detenuto, del reato, della pena e del significato della cura e rielaborazione dell’impatto emotivo di operare in un’istituzione con peculiarità ambientali, organizzative e normative completamente differenti dai setting sanitari sperimentati fino ad ora.

Il percorso di inserimento con i suoi ruoli ed i suoi strumenti specifici rappresenta una sorta di guida metodologica e operativa a supporto dei professionisti sanitari che si approcciano al lavoro all’interno delle carceri dell’Emilia-Romagna.